Io non taccio e dissento | Del poeta irriverente

Oh, tu potrai negar a me la luce,

ma, ti dico: La bocca non si cuce!

LA RINASCITA DELL’ANIMA



Mai come oggi il famoso detto "Chi tace, acconsente!" si sta rivelando più molesto che mai. Almeno per me. Vedo e vivo situazioni che da un anno e mezzo a questa parte rasentano il vero delirio, in aggiunta di massa, o, per utilizzare un lemma tanto caro ai giorni nostri, di gregge. In parole povere, ciò che oramai dilaga in ogni parola e gesto è la delirante follia dell'onniscienza


Un tempo l'onniscienza fu attribuita solo a dio ma ora è divenuta prerogativa speciale di tutti coloro che si chinano al cospetto di quell'unica e sola giusta verità di parola e di fatto: la loro. E' chiaro che in un tale delirio non vi è spazio per chi non è avvezzo all’inchino. Invece trova ampio respiro l'uso di aggressioni sia verbali che fisiche nei confronti di chi non china il capo da parte degli onniscienti pur di avvalorare quell'unica e ferrea verità: la loro


Mi rendo conto che gli onniscienti non sono molto lontani da un dio che anticamente pretendeva obbedienza e fedeltà dal suo amato popolo. Chi lo fece venne premiato, altri ammoniti e corretti, altri ancora vennero semplicemente esclusi da una tanto agognata terra già promessa. Come vedete, nulla di nuovo! Tranne che per quel piccolo dettaglio il quale, a mio avviso, non è proprio da sottovalutare: lui era dio. C'era chi sosteneva non molto tempo fa che "Dio è morto!" e non aveva tutti i torti, ma come possiamo vedere è felicemente risorto in tutto il suo splendore e ha preso corpo nei tanti onniscienti che predicano quell'unica e certa verità: la loro.


Ritengo che ci sia ancora una leggera ma significativa differenza tra quell’onnisciente antico e questi esaltati odierni. Nonostante la sua irrevocabile pretesa di essere l'unico onnisciente di questo e altrui mondo non disdegnò l'eloquenza dell'uomo pur semplice creatura. Anzi, riconobbe il coraggio di chi divergeva dalla sua realtà unica e certa. D'altronde, siamo sinceri, se lo poteva permettere. Non è certo il dissenso di parola e fatto che teme un reale onnisciente. E quel tormentato di Giobbe potrebbe raccontare certamente qualcosina in merito.


Altra cosa invece sono questi nuovi onniscienti i quali pretendono cieca obbedienza e silenzio assoluto nei confronti di un'unica e delirante verità: la loro. E la esigono senza contradditorio. Chi non si china al cospetto di un loro diktat diventa tutto ciò che di male c'è in questo mondo e, magari, nell'altro. Come vediamo la Grande Inquisizione perde il pelo ma non il vizio. In quei tempi chi non taceva e dissentiva venne accusato, condannato e, se era fortunato, abbrustolito su una catasta di legno, altrimenti gli vennero inflitti dolori oltre ogni limite fino a quando non si convertiva a quell'unica e falsa verità: la loro.


Ma, in fin dei conti, ciò che mi sorprende è che questi nuovi onniscienti invece di vivere felici e appagati essendo amati e protetti da quell'unica e sacrosanta verità: la loro, impegnano la stragrande maggioranza della loro esistenza nell’eliminazione di tutto ciò che è o potrebbe essere altro. In questo senso sono indubbiamente molto fantasiosi, ma anche tremendamente ridicoli e forse un pochino ignoranti, in quanto chi conosce la vita, anche solo in modica dose, sa che l'uno senza l'altro non esiste. Ergo, chi elimina l'altro uccide se stesso. Coloro che possiedono realmente il dono dell'onniscienza lo sanno, i restanti sono solamente schiavi di un banale e noioso delirio suicida.


Ammetto che il tempo in cui viviamo è, come si suol dire, abbastanza oscuro per chi come me ama la vita e la sua particolare magia. Ma forse è proprio questo amore e la forza che ne deriva ad infuocare il dissenso di parola e di fatto nei confronti di chi necessita di privare per avere, invece di accogliere per essere.


Marcus